Se hai intenzione di coprire e realizzare una qualsiasi tipologia di superficie, allora sei nella sezione giusta, quella delle resine. Le resine risultano essere particolarmente apprezzare in edilizia, in quanto si presentano come un prodotto sia pratico che igienico, vista la sua adattabilità ad essere impiegato anche per rivestire i piani e le pareti delle cucine. Tra le diverse peculiarità riscontriamo quelle di essere un materiale che presenta un’elevata resistenza all’acqua, alla formazione di muffe e resiste fortemente all’azione di agenti chimici, oli, grassi ed altro che possa circoscrivere la quotidianità di un ambiente domestico.
Grazie ad un suo principio di barriera e quindi di impermeabilità, la resina viene particolarmente utilizzata anche ai fini della realizzazione o manutenzione di piscine.
Sul mercato si possono trovare diverse tipologie di resina, e tra queste si elencano: resina epossidica, resina poliestere e resina acrilica. Ognuna di queste avrà una sua specificità a seconda dell’utilizzo e della superficie di riferimento.
Nello specifico:
- la resina epossidica è un polimero sintetico, che presenta un’elevata viscosità;
- la resina acrilica, presenta un’elevata elasticità ed è particolarmente indicata per la resistenza alle fiamme, a cambiamenti climatici e traspirabilità;
- la resina poliestere, si compone da fibre tessili o di vetro, che rendono il materiale resistente agli agenti chimici a alla forza meccanica. Difatti, questa tipologia viene utilizzata per rivestire materiali quali: lamine metalliche, cemento, vetroresina, legno nonché plastica rigida.
Grazie alla serie delle diverse caratteristiche sopra citate, ad oggi la resina è diventata tra i tanti materiali in commercio, uno dei più apprezzati nel campo edile.
Basti pensare che per le resine epossidiche, il consumo globale per l’anno 2020 è stato di 3,6 mln di tonnellate, il cui valore monetizzato è stato pari a 8,04 mld di dollari, e che ha visto un incremento medio annuo nell’ultimo decennio del 5,8%.
Riguardo queste, in commercio se ne possono disporre in diverse forme, dal liquido, al solido fino alle scaglie o polveri.
Inoltre, l'addove le resine epossidiche vengano applicate per utilizzi plastici, potranno essere lavorate sia a colata o per impregnazione. La prima viene colata all’interna di stampi al fine poi di indurirsi. La seconda, prevede un processo di impregnamento della stessa resina.
Da un punto di vista chimico le resine epossidiche sono polimeri termoindurenti mediante reazione a freddo. Nello specifico, sono composte da due elementi: A e B. Il primo è rappresentato dalla resina base, mentre il secondo da una componente termoindurente. Una volta miscelati consentiranno di ottenere uno strato vetrificato lucido.
Come ultimo aspetto di realizzazione della resina epossidica, questa si compone di due fasi: la formazione del monomero e la successiva polimerizzazione. Differentemente dalla altre resine, in quest’ultima fase viene inserito un induritore. Tra questi, vi sono: epiclorodrina (cloro propilenossido) e il diossidifenilpropano(bisfenolo A). Attraverso la reazione di questi componenti indurenti si otterranno degli oligomeri, che si caratterizzaranno ognuno da un anello epossidico. Con quanto si arriverà alla formula finale CH-O-CH2.